Perché andare in pensione? Quali le condizioni di pensionamento?

Le regole del sistema previdenziale cambiano spesso. Oggi chiedersi perché andare in pensione significa da un lato considerare l’assetto della Legge Fornero, dall’altro, invece, prepararsi alle novità che potrebbero arrivare con l’inizio del 2017.

Pensioni 2017: ecco come sarà possibile andarci prima

Informarsi sul perché andare in pensione nel 2017 significa approfondire la questione della flessibilità in uscita. Con l’anno prossimo, infatti, i nati tra il 1951 e il 1953 potranno andare in pensione prima grazie a un prestito ventennale erogato da un istituto di credito convenzionato con l’INPS.

Stiamo parlando dell’APE – acronimo di anticipo pensionistico – la soluzione principale per concretizzare la flessibilità in uscita.

Pensione anticipata 2017: specifiche sull’APE

Continuiamo a parlare di perché andare in pensione nel 2017 ricordando che l’APE è un prestito che può essere sottoscritto a partire dai tre anni precedenti la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Fondamentale è specificare che, in caso di premorienza del beneficiario, l’Ente non procede al recupero del debito.

L’APE verrebbe rimborsato tramite decurtazioni sull’assegno pensionistico. Le stime relative alla percentuale di penalizzazione parlano di un 20/25% al mese, considerando anche il costo dell’assicurazione.

Il Governo ha però studiato delle misure per chi si trova in particolari difficoltà economiche. I pensionati con entrate contenute e i disoccupati di lungo corso avranno infatti la possibilità di usufruire di detrazioni apposite, che andrebbero di fatto ad annullare le penalizzazioni.

Andare in pensione dopo avere iniziato a lavorare presto: la situazione dei precoci

Quando si discute di perché andare in pensione è necessario considerare anche la situazione dei lavoratori precoci, ossia coloro i quali hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 18 anni.

Le proposte sulla loro sorte si sono susseguite in questi ultimi anni. Cesare Damiano, esponente PD e autore della proposta di legge sulla Quota 100, ha messo in campo l’idea della        Quota 41, ossia la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

Per il pacchetto pensioni in via d’introduzione l’anno prossimo, però, è considerata più probabile l’introduzione di un bonus contributivo, che favorirebbe maggiormente chi ha iniziato a lavorare a 16 anni.

Pensione con l’Opzione Donna: ecco i pro e i contro

L’ultimo punto da considerare quando si parla di perché andare in pensione riguarda l’Opzione Donna. Questo regime sperimentale, in vigore ormai dal 2004, permette alle donne che hanno compiuto i 57 anni e 3 mesi – un anno in più se autonome, di andare in pensione prima a patto di avere alle spalle almeno 35 anni di contributo.

Il contro principale di questa scelta riguarda il fatto che l’assegno è calcolato con il metodo contributivo. Ciò significa che, in linea di massima, è inferiore del 20/25% rispetto a un assegno pensionistico calcolato invece con il retributivo.

 

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