In vista della manifestazione del 2 dicembre organizzata dai sindacati, la riforma pensioni prevista dalla legge di stabilità 2018 prende vita.
Le pensioni oggi sono uno dei temi più sensibili e delicati per il governo e le parti sindacali. In periodi di precarietà e previdenza sociale messa alle strette da crisi governative e di sistema, assumono ancor più maggior valenza.
Novità pensioni. Cosa è stato deciso e approvato
Le novità più importanti approvate in Commissione Bilancio per la riforma pensioni sono due: il blocco degli adeguamenti alle aspettative di vita e l’incentivo all’esodo, esteso da quattro a sette anni (solo in caso di ristrutturazione o eccedenza di personale, accordo sindacale permettendo); l’azienda paga al lavoratore l’assegno pensionistico finché non andrà in pensione.
Il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita esclude la norma in materia per 15 categorie di lavoratori. Il blocco è attuabile solo ed esclusivamente se il lavoratore ha svolto queste mansioni per almeno sette anni nei dieci precedenti e ha maturato 30 anni di contributi.
Categorie lavori usuranti
Si riferisce ai soli 5 mesi a partire da inizio 2019 (per quelli successivi varrà la normativa in vigore). I lavoratori precoci sono esclusi da tale misura. Per maggiori dettagli sulle categorie riconosciute si consulti il D. L. 67/2011. Qui sotto la categoria estesa delle mansioni interessate:
- assistenti/curatori persone non autosufficienti
- braccianti e lavoratori agricoli
- conducenti e lavoratori marittimi a bordo di imbarcazioni
- conducenti camion e mezzi pesanti
- conducenti treni
- lavoratori del settore siderurgico e del settore del vetro
- maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia
- magazzinieri spostamento merci e/o facchini
- manovratori di gru o macchinari del settore edile
- infermieri e ostetriche che lavorano per turni
- netturbini e addetti servizi di pulizia
- operai edili o manutentori di edifici
- operatori ecologici e lavoratori settore rifiuti e raccolta differenziata
- operai settore conciario
- personale generale di bordo
- pescatori
Gli emendamenti alla riforma pensioni sul tema dell'Ape social saranno vagliati e risolti durante la conferenza dei servizi del 30 novembre. Rimangono da valutare l’entità delle risorse utilizzate e quelle che risultano disponibili applicare la riforma pensioni ampliata, così come previsto dall'accordo con le parti sindacali e le rappresentanze lavorative coinvolte.
Proposte di riforma pensioni ultime notizie
Dalla riforma pensioni è stato escluso l’emendamento per la proroga di Opzione Donna (la possibilità di andare in pensione anticipata calcolata su sistema contributivo riservata alle lavoratrici del settore pubblico e privato). L’emendamento sarà presentato nuovamente alla Camera dei Deputati; è stato già presentato un ordine del giorno al Governo per chiedere la proroga dell’Opzione donna al 2018.
Stessa sorte per l’emendamento Ape Social. Non ci sarà lo slittamento al 2019. Anche in questo caso è prevista un’ulteriore discussione tra governo e parti sociali per modificare la norma attualmente prevista dalla riforma pensioni. I sindacati sono forti di un accordo sullo sbloccamento delle risorse del 2017 da reinvestire nell’Ape Social, somme tutt’ora da quantificare.
Riforma pensioni cosa cambia
Con la riforma pensioni cambia il sistema di calcolo degli scatti biennali. A partire dal 2019 (e dal 2021) lo scatto non può superare in ogni caso i tre mesi (i cinque mesi di scatto previsti attualmente nel 2019 non si verificheranno); se in base agli adeguamenti Istat dovessero risultare scatti superiori, l’adeguamento ai 3 mesi secondo la nuova norma avverrà nel biennio successivo.
Sono stati approvati inoltre altri due emendamenti. Per i dipendenti pubblici è prevista la detassazione della previdenza complementare. Infine sono state formate e riconosciute due commissioni tecniche, di natura consultiva; una in materia di crisi occupazionale, un’altra si occuperà dell’efficacia assistenziale del sistema di previdenza sociale.