Pensione minima: come accedervi e chi ne ha diritto

La pensione minima, nota anche con la definizione d’integrazione al trattamento minimo, è una prestazione previdenziale erogata dall’Inps con l’obiettivo di tutelare il benessere dei soggetti beneficiari di un assegno pensionistico, che non risulta però a norma di legge sufficiente alla conduzione di una vita dignitosa.

A livello prettamente tecnico si tratta di un istituto introdotto in seguito all’applicazione dell’articolo 6 della legge 638/1983.

Requisiti pensioni: quali sono i criteri per il diritto all’integrazione al trattamento minimo?

L’integrazione alla pensione minima viene riconosciuta nel 2015 a soggetti il cui reddito pensionistico mensile risulta inferiore a 502,39€ (la cifra varia di anno in anno).

Per avere diritto all’integrazione al trattamento minimo è necessario soddisfare determinati requisiti oltre alla ricezione di un assegno pensionistico mensile inferiore alla cifra appena ricordata.

  • Persone singole: i soggetti singoli (oppure i pensionati coniugati e legalmente separati o divorziati) hanno diritto all’integrazione al trattamento minimo a fronte di un reddito minimo che, per il 2015, non superi i 6.531,07€. L’integrazione parziale può essere concessa oltre questa cifra, ma mai sopra i 13.062,14€.
  • Coppie sposate: le coppie sposate possono avvalersi di un’integrazione totale se il reddito risulta inferiore ai 19.553,82€ annui. Non risulta possibile usufruire d’integrazione in caso di reddito superiore ai 26.071,76€.

Pensione minima Inps: quali sono i redditi da considerare?

Quali sono i redditi da considerare quando si parla di pensione minima e d’integrazione al trattamento?

Chi ha intenzione di avvalersi di questo istituto deve prendere come riferimento tutti i redditi personali e quelli del proprio coniuge, con l’eccezione di redditi esenti da Irpef (pensioni d’invalidità, indennità di guerra, trattamento di fine rapporto), della cifra da integrare al minimo, delle rendite derivanti dall’immobile di abitazione e dagli arretrati soggetti a regime di tassazione separata.

Una tantum: ecco chi può ricevere ulteriori importi oltre all’integrazione alla minima

L’integrazione alla pensione minima comprende anche un importo una tantum, che viene riconosciuto ai pensionati che hanno almeno 64 anni e redditi che non siano superiori di una volta e mezzo rispetto all’importo annuo del trattamento minimo riconosciuto dall’Inps.

Questa somma dipende dagli anni di anzianità contributiva, e può arrivare fino a 504€. La sua erogazione avviene in corrispondenza con la mensilità di luglio.

Pensione minima 2015: ecco a chi spetta l’importo aggiuntivo

Quando l’integrazione alla pensione minima sommata a eventuali maggiorazioni sociali non porta il pensionato a percepire un reddito superiore a 6.531,07€ scatta il diritto all’importo aggiuntivo.

Di cosa si tratta? Di una somma fissa pari a 154,94€, la cui erogazione avviene in concomitanza con il versamento della mensilità di dicembre.

 

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