Calcolo pensione 2015: cosa cambia?

Calcolo pensione 2015: i nuovi requisiti da rispettare

Con l’anno nuovo tanti lavoratori si chiedono quali siano i requisiti da maturare per lasciare il lavoro e accedere al pensionamento. Cerchiamo di tracciare un quadro puntuale e di evidenziale le differenze rispetto allo scorso anno.

Le lavoratrici che sono occupate in ambito privato, fino al 31 dicembre 2015, dovranno avere 63 anni e 9 mesi mentre dal gennaio 2016 fino alla fine del 2018 il requisito sale e tocca i 65 anni e 7 mesi. Valori destinati a cambiare ancora nel caso dei pensionamenti che si verificheranno dal 2019 al 2020, per i quali sono applicati 66 anni e 11 mesi.

Le lavoratrici autonome e gestione separata andranno in pensione, fino al 31 dicembre 2015, a 64 anni e 9 mesi. Per il 2016 e il 2017 il requisito è 66 anni e 1 mese, mentre dal 2019 al 2020 le pensionate dovranno avere almeno 66 anni e 11 mesi.

Calcolo pensione dal 2015, il pubblico impiego e i lavoratori autonomi

Ma passiamo al settore pubblico. I lavoratori e le lavoratrici, fino alla fine dell’anno, andranno in pensione solo al compimento di 66 anni e 3 mesi. Dall’inizio del 2016 fino al 31 dicembre 2018 si passa invece ai 66 anni e 7 mesi, mentre nel 2019 e 2020 avremo 66 anni e 11 mesi.

Se consideriamo i lavoratori autonomi e gestione separata, fino al 31 dicembre 2015 è applicata la soglia dei 66 anni e 3 mesi. Dal mese di gennaio 2016 al 31 dicembre 2018 avremo poi 66 anni e 7 mesi. Per il biennio 2019-2020 la pensione di vecchiaia sarà possibile solo a condizione di aver raggiunto i 66 anni e 11 mesi.

Calcolo pensione 2015: pensioni d’oro e niente penalizzazioni per pensioni anticipate

La differenza maggiore che interessa il passaggio dal 2014 al 2015 è costituita dalla cancellazione delle penalizzazioni per quanti vanno in pensione prima dei 62 anni a fronte di 42 anni e 1 mese di contributi, per gli uomini, o 41 anni e 1 mese, per le donne. Non solo. Con il nuovo anno è tracciato un limite alle pensioni d’oro, ma che scatta solo a partire dal 2015.

Questione molto delicata è quella delle rivalutazioni. Avremo uno 0,3% per le pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo (circa 1.500 euro), lo 0,285% per le pensioni fino a 2mila euro, lo 0,225% per le pensioni fino 2.500 euro. Ancora più contenuta la rivalutazione per le pensioni fino a 3mila euro (0,150%), oltre questa soglia la rivalutazione è dello 0,135%.

 

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