Spese pazze Emilia Romagna: 16 Consiglieri rinviati a giudizio

Continua l’inchiesta sulle “spese pazze” dei gruppi consiliari dell’Emilia Romagna. La procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per i 16 Consiglieri Regionali che durante la scorsa legislatura facevano parte della rappresentanza PD. Fra questi Matteo Richetti, attualmente Deputato, il Parlamentare Europeo Damiano Zoffolo e l’ex Capogruppo del Partito Democratico, Marco Monari.

Richiesto il provvedimento di archiviazione per Paola Marani e Antonio Mumolo, che hanno potuto giustificare le spese loro imputate presentando ricevute e pezze d’appoggio. Una versione che sembra aver convinto i pm.

Lo scorso autunno, invece, è stato stralciato al fascicolo (e in seguito ha ottenuto l’archiviazione del procedimento a suo carico) Stefano Bonaccini, presidente in carica della regione Emilia Romagna. Bonaccini aveva infatti ottenuto la possibilità di essere interrogato prima della tornata elettorale che lo avrebbe portato a ricoprire il ruolo di governatore.

Spese pazze Emilia coinvolto anche Matteo Richetti: contestati 5mila euro

Sorte che non è toccata a Matteo Richetti, candidato alle stesse elezioni, per il quale i pm hanno ritenuto necessario continuare con il procedimento. Per l’ex presidente dell’assemblea regionale, al quale sono contestati rimborsi per 5 mila euro nel periodo compreso tra giugno 2010 e dicembre 2011, sarà il Gip a dover decidere.

Ricchetti che sul suo profilo Facebook si dice “molto, molto tranquillo” di fronte alla prospettiva di andare davanti a un giudice ha definito ingiusta la decisione degli inquirenti. “Per casi assolutamente identici è stata chiesta l’archiviazione” ha dichiarato il Deputato, aggiungendo che tutte le spese relative alla sua posizione sono regolarmente autorizzate e rendicontate.

Una tesi sostenuta anche dall’avvocato del Ricchetti, Gino Bottiglioni, che ha dichiarato: “Le accuse sono radicalmente infondate». Sulla questione si è pronunciato inoltre Stefano Bonaccini, esprimendo il suo massimo rispetto nei confronti dei magistrati, “che - dice il governatore - devono fare il loro lavoro, ma c’è da augurarsi che lo facciano nel tempo più celere possibile”.

Bonaccini ha inoltre dichiarato di non avere dubbi sull’innocenza dei consiglieri coinvolti nell’indagine, che, sempre a detta del Presidente emiliano, saranno sicuramente in grado di provare la legittimità dei loro comportamenti. Ricordiamo, infatti, che i consiglieri del PD sono chiamati a rispondere per una cifra complessiva di 940 mila euro, in assoluto la più alta tra i gruppi politici coinvolti nell’indagine.

E gli altri indagati? Al momento si attende la decisione dei pm per gli undici consiglieri del Pdl coinvolti nell’inchiesta. Per gli appartenenti ad altri partiti sono già stati richiesti i rinvii a giudizio.

 

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