Reversibilità figli maggiorenni inabili: guida alla pensione

La pensione di reversibilità è una prestazione economica che, al momento del decesso di un genitore, spetta anche ai figli. Cosa sapere su reversibilità figli maggiorenni inabili? Ecco qualche informazione in merito.

Reversibilità pensione: ecco i requisiti per i figli

Quali requisiti devono avere i figli per accedere alla pensione di reversibilità al momento del decesso di un genitore (conoscerli è fondamentali per informarsi su reversibilità figli maggiorenni inabili)?

  • Avere un’età inferiore ai 18 anni
  • Essere inabili e risultare a carico del genitore al momento del suo decesso
  • Essere studenti della scuola superiore e avere un’età compresa tra i 18 e i 21 anni (requisito fondamentale legato a questo è il fatto di non svolgere nessuna attività lavorativa)
  • Essere studenti universitari regolarmente frequentanti e di età inferiore ai 18 anni.

Reversibilità figli maggiorenni inabili: cosa sapere sull’inabilità

Quando si parla di reversibilità figli maggiorenni inabili si inquadra una situazione diversa dall’invalidità civile. L’inabilità al lavoro, che deve essere riconosciuta ufficialmente ai fini di ricezione della pensione di reversibilità in caso di maggiore età, deve essere certificata da un medico.

Non si ha diritto alla ricezione della pensione di reversibilità se si ha un’età superiore ai 18 anni e se la condizione di inabilità al lavoro è sopraggiunta dopo il decesso del genitore.

Figli inabili: ecco i casi in cui si perde la pensione

Approfondire la questione reversibilità figli maggiorenni inabili implica l’attenzione a un aspetto importante come la possibilità che il soggetto inabile e di età superiore ai 18 anni inizi un percorso lavorativo dopo la morte del genitore e dopo la liquidazione della pensione.

In questi casi viene decretata la perdita del trattamento e la sua erogazione non viene ripresa anche in caso di cessazione dell’attività lavorativa (questo in base alla circolare 289/1991 dell’Inps).

Figli maggiorenni inabili e pensioni di reversibilità: le eccezioni

Esistono anche delle eccezioni che è bene considerare nel dettaglio quando si discute di reversibilità figli maggiorenni inabili. La più importante riguarda lo svolgimento di attività lavorative con finalità terapeutiche.

Questo percorso può essere intrapreso continuando a ricevere la pensione di reversibilità, a patto che l’attività succitata impegni per non più di 25 ore settimanale e che si svolga presso una cooperativa o presso qualsiasi realtà aziendale in cui il datore di lavoro si è impegnato formalmente ad assumere soggetti con disabilità grazie a convenzioni speciali.

A quanto deve ammontare il trattamento corrisposto in questi casi? Deve essere uguale al trattamento minimo per invalidità maggiorato del 30%.

Fondamentale è ricordare che la finalità terapeutica dell’attività svolta viene certificata dall’ente che eroga la pensione ai superstiti.

L’Inps, attraverso i Centri Medico Legali, si occupa quindi di verificare che l’attività sia finalizzata a favorire l’integrazione sociale del soggetto disabile, garantendogli una vita libera e dignitosa grazie allo sviluppo di specifiche facoltà, come per esempio l’autonomia.

 

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