Previdenza obbligatoria e complementare: cosa devi sapere

La coesistenza tra previdenza obbligatoria e complementare è un dato di fatto. Per quale motivo? Prima di tutto perché l’incertezza che caratterizza la previdenza ordinaria rende necessaria la ricerca di alternative diverse, utili a garantirsi una rendita futura.

Previdenza obbligatoria: come funzionano le cose in Italia?

Nel contesto normativo italiano, quando si parla di previdenza obbligatoria e complementare, è necessario partire dal primo di questi due punti e specificare che le forme di previdenza obbligatoria sono regolamentate prima di tutto dall’Inps, alle sue Gestioni e alle casse professionali private.

A seconda della data d’ingresso nel mondo del lavoro la previdenza obbligatoria può essere caratterizzata da un calcolo degli assegni pensionistici secondo il sistema retributivo, ossia sulla base degli ultimi stipendi del lavoratore, o secondo il sistema contributivo, che si regola invece sulla base dei contributi versati nel corso dell’attività lavorativa.

Previdenza complementare: ecco cosa sapere

Il nodo previdenza obbligatoria e complementare comprende anche l’analisi della seconda opzione. La previdenza complementare è una modalità di integrazione pensionistica che può essere affiancata al processo di maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria, che non può in alcun modo essere sostituito.

La previdenza complementare in Italia si basa sulla coesistenza tra diversi prodotti, ossia i fondi pensione (che possono essere aperti o chiusi) e i piani individuali pensionistici.

Previdenza complementare caratteristiche: i fondi pensione

Parlare di previdenza obbligatoria e complementare vuol dire, se si rimane nell’ambito dei fondi pensione, discutere di prodotti di natura non assicurativa, che permettono di accantonare un determinato capitale.

I fondi pensione possono essere aperti, cioè sottoscrivibili da tutte le tipologie di lavoratori, o chiusi, riservati a particolari categorie professionali o agli aderenti a specifiche convenzioni sindacali.

Le spese sostenute per i fondi pensione, a prescindere dalla tipologia, possono essere detratte dall’Irpef per 5.164€ annui.

Piano individuale pensionistico: di cosa si tratta?

L’ultimo nodo da considerare in merito a previdenza obbligatoria e complementare è il piano individuale pensionistico che, come è chiaro dal nome, è un prodotto personalizzabile a seconda delle esigenze del lavoratore.

Le principali differenze rispetto ai fondi pensione riguardano l’apertura a qualsiasi tipologia di lavoratore e, in seconda istanza, la natura assicurativa. Il piano individuale pensionistico, alla luce di queste peculiarità, può essere definito come una delle alternative più convenienti per chi cerca un pacchetto pensionistico integrativo.

Dal punto di vista del trattamento tecnico prevede la possibilità di scegliere tra diverse linee di investimento, le cui caratteristiche cambiano a seconda della realtà creditizia che lo propone (Intesa San Paolo permette per esempio di scegliere tra tre diverse linee di investimento, che si differenziano per via dell’aspetto temporale).

Per quanto riguarda gli interessi è difficile trovare un piano individuale pensionistico migliore dell’altro, dal momento che si tratta di un prodotto che viene gestito dalle banche e dalle società finanziarie comprando titoli di Stato.

 

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