Previdenza complementare Tfr: richiederlo in busta paga?

Previdenza complementare: il Tfr è coinvolto nella riforma del Governo?

Uno degli interventi cardine della Legge di Stabilità è la possibilità di riscattare in anticipo il Tfr e farlo inserire in busta paga, in modo da spenderlo subito. Un provvedimento questo che, al netto delle conseguenze nel medio termine (considerate catastrofici dalle opposizioni), dovrebbe rilanciare i consumi.

Questa possibilità riguarda anche la previdenza complementare. Possono infatti chiedere il Tfr in busta paga anche coloro che sono iscritti a una qualsiasi forma di previdenza complementare (fondo chiuso, fondo aperto, pip). Il termine “chiedere” è d’obbligo, dal momento che si tratta di una azione facoltativa, a discrezione del cittadino.

Previdenza complementare Tfr in busta paga

Come funziona la questione “previdenza complementare Tfr”? Il meccanismo non è diverso da quello che caratterizza la previdenza tradizionale. Il primo riscatto è disponibile dal 1° marzo e vale, in maniera quindi retroattiva, a partire dal 1° gennaio. Al primo “turno” quindi, è possibile ritirare il Tfr corrispondente a tre mensilità.

Un appunto da fare è il seguente: non è in nessun modo possibile che in busta paga venga inserita la quota di Tfr maturata nel 2014 e precedenti. Infine, va specificato che sul Tfr in busta paga vanno pagate, proprio come se fosse parte dello stipendio normale (aliquote Irpef ordinaria). Ed è questo un fatto che spinge molti contribuenti a non usufruire di questa opportunità, senza considerare il valore che può avere disporre di una somma di cui usufruire in futuro.

 

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