Pensioni Quota 100: come e quando andare in pensione?

Pensione anticipata: la riforma Fornero va cambiata

La riforma Fornero, alla fine dei giochi, si è rivelata fallimentare su tutti i fronti. In primo luogo ha creato un buco di parecchi miliardi (vedi questione dell’indicizzazione), in seconda istanza ha generato migliaia di esodati. Infine, allungando l’età pensionabile fino a livelli inaccettabili, ha contribuito all’aumento della disoccupazione giovanile.

All’epoca è stata votata da quasi l’intero Parlamento, oggi se ne vogliono liberare tutti. La questione più importante si sta rivelando essere, come prevedibile, quella del “come”.

In questo periodo tiene banco il metodo delle quote, che è particolare per almeno due motivi. Da un lato, infatti, rievoca pesantemente le vecchie pensioni di anzianità, dall’altro consente al sistema pensionistico di avvalersi di una flessibilità certamente più sostenibile economicamente del vecchio metodo.

Si è parlato nei giorni scorsi di Quota 97. Oggi si parla di pensioni Quota 100, certamente più realistica. Nel primo caso, per andare in pensione la somma degli anni di contribuzione e dell’età anagrafica deve essere 97. Nel secondo, invece, deve corrispondere a 100. Fin qui, tutto chiaro e – cosa strana visto l’attuale panorama politico – anche condiviso.

Il pomo della discordia è rappresentato dalla soglia minima di età anagrafica. La proposta del Partito Democratico è considerata da alcuni troppo vincolante. Ma una proposta sul tavolo è poi quella della Lega Nord, senza contare quelle delle Regioni, che in questa situazione stanno cercando di fare di testa propria.

Pensioni: le proposte in campo con la quota 100

La proposta di Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ed esponente di spicco del Partito Democratico (nonché ex sindacalista), consiste in pensioni Quota 100 con un requisito minimo di età anagrafica pari a 62 anni. Questo vuol dire che un lavoratore, per uscire dal lavoro anticipatamente, deve avere almeno 62 anni di età, e un numero di anni di contribuzioni tale che la loro somma faccia 100. Una proposta, questa, giudicata abbastanza sostenibile anche da Bruxelles.

Secondo la Lega Nord si tratta però di un’alternativa troppo severa, soprattutto per quanto riguarda la soglia minima di età anagrafica. Il Carroccio ha così redatto una proposta che prevede sempre la Quota 100, ma in cui l’età anagrafica minima sia di 58 e non più 62 anni.

Sullo sfondo, forse complici anche le elezioni regionali, i governi e i consigli delle Regioni stanno discutendo proposte proprie, anche perché la legge, seppur in modo rocambolesco, glielo consente. La Quota 100, infatti, è un’ipotesi più che realistica e in certi casi giù realizzata, come accade in Sicilia, Campania, Calabria e altre regioni, sebbene solo per i dipendenti della PA.

 

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