Pensioni pubbliche 2016: i numeri degli statali
Nonostante il Governo abbia iniziato a proporre attivamente delle iniziative, che possono piacere o non piacere, la discussione sulla riforma delle pensioni continua. Da questo punto di vista, ulteriori punti di riflessioni, se non addirittura carne al fuoco per le polemiche, possono essere forniti dagli ultimi dati dell’Inps sulle pensioni pubbliche.
La comunicazione riguarda le erogazioni previdenziali collegate alla Gestione dei dipendenti pubblici. In breve, il testo si riferisce alle pensioni pubbliche 2015-2016, quindi degli statali. I numeri non destano sorprese, se guardati da una prospettiva generale, in quanto non sono né inferiori né superiori alle attese.
I numeri sulle pensioni
Nello specifico, sono stati erogati assegni a circa 2.840 milioni di persone, per un valore stimato in 66 miliardi di euro. Una semplice divisione ci consegna il dato dell’erogazione media, ossia dell’assegno mensile medio, che si attesta a 1795 euro. Una cifra onorevole, da paese civile verrebbe da dire.
Eppure nasconde parecchie disuguaglianze. Il primo dato che fa storcere il naso è la percentuale degli assegni sotto i 1000 euro, che è addirittura del 18%. Quasi un quinto delle pensioni pubbliche, quindi, quasi non raggiunge la metà dell’assegno medio.
Un dato che può essere interpretato sia in senso positivo che negativo è quello delle pensioni che vanno dai 1000 ai 200 euro: gode di questa cifra – ovviamente mensile – il 51% dei pensionati statali. Su un piano geografico, anche a riprova che quello dell’abbondanza di statali al Sud è solo uno pregiudizio, non ci sono differenze di sorta. Il settentrione si accaparra il 39% degli assegni, il Sud il 36%, il centro poco meno del 25%.
Pensioni pubbliche novità: Boeri all’attacco
Saranno questi numeri ad aver spinto Tito Boeri, numero dell’Inps, a ritornare su una sua vecchia proposta? Non è dato saperlo. Di certo, si segnala una ripresa dell’iniziativa, almeno a giudicare dal fervore con il quale l’ha (ri)presentata, questa volta durante la trasmissione di La7 Piazza Pulita.
In questa occasione il dirigente ha dichiarato: “Se ci fosse un ricalcolo contributivo dei vitalizi per le cariche elettive, andremmo a risparmiare circa 200 milioni di euro l'anno”. Un’informazione, questa, che gli è servita per proporre, ancora una volta, l’assegno vitalizio per chi è disoccupato da lungo tempo e ha perso il lavoro, specie se over 55 anni.
Successivamente Tito Boeri ha attaccato le pensioni d’oro e in particolare l’atteggiamento di una parte politica che, forse un po’ implicitamente, sta assumendo un atteggiamento di eccessiva conservazione. “In Italia si tocca tutto [...] ma poi quando si parla di pensioni quelli sono diritti acquisiti intoccabili”. Chissà se l’appello di Boeri rimarrà ancora una volta lettera morta.