Pensioni di reversibilità: nel DEF c’è il trucco
Il dibattito sulla previdenza infervora. Fortunatamente, in senso progressivo. La volontà dichiarata da tutte le parti in causa è di addivenire a una massiccia modifica alla riforma Fornero che possa ammorbidire i requisiti per il pensionamento, anche in una prospettiva di ricambio generazionale. In questo clima, per quanto movimentato, favorevole a una nuova riforma ecco che giunge, più o meno inaspettata, la notizia delle pensioni di reversibilità a rischio.
La questione, almeno per ora, ruota attorno al DEF, il cosiddetto Documento di Economia e Finanza, appuntamento annuale con il quale il Governo annuncia in modo approssimativo le novità della futura Legge di Stabilità. Ebbene, a scoprire il trucco è stato Cesare Damiano, presidente della Commissione Bilancio della Camera, che si è dimostrato ancora una volta il politico più attivo in ambito previdenziale. In buona sostanza ha scoperto poche e ambigue righe sulle pensioni di reversibilità. Un termine, in particolare, sta alimentando le polemiche: “razionalizzazione delle prestazioni”.
Poche parole che sembrano non voler dire nulla ma che in gergo parlamentare indicano in maniera inequivocabile un taglio. Di quanto? In che termini? Sono domande a cui non è stata data ancora risposta, sebbene i più smaliziati ci abbiano visto le pensioni di reversibilità a rischio. Anche perché, a dire il vero, il taglio aleggia in ambito parlamentare. Niente di scritto, per carità, ma è in corso una riflessione piuttosto borderline su questo tipo di prestazioni. Borderline perché, è evidente, colpirebbe una fascia disagiata.
Pensioni reversibilità: un’opinione sui tagli
Pensioni di reversibilità a rischio: su cosa verterebbero i tagli? Il Governo potrebbe chiamare in causa uno strumento che, a livello di welfare, negli ultimi tempi ha fatto strage: il nuovo Isee. Magicamente, chi prima era indigente è diventato quasi benestante (sono cambiati i criteri). Ebbene, una delle ipotesi è ancorare la fruizione delle pensioni di reversibilità all’Isee e quindi, secondo le nuove regole, al possesso di immobili e di beni mobiliari (che sono stati di gran lunga rivalutati).
Pensare a un caso ideal-tipico è semplice: immaginiamo una vedova, pensionata al minimo, il cui marito abbia lasciato in eredita un immobile e una manciata di BTP. Ecco, quella donna rischierebbe di non percepire la pensione di reversibilità.
Cosa pensa la politica di questa eventuale mattanza? Chi è d’accordo, fatica a uscire allo scoperto. Per fortuna, dal ministero fanno sapere che le righe sulle pensioni di reversibilità sono frutto di un errore tecnico. Una giustificazione un po’ tendenziosa. Il Governo ha comunque ribadito che non toccherà questo tipo di prestazione. In effetti sarebbe una misura molto impopolare, ma l’esecutivo ci ha abituato all’inserimento “nottetempo” di curiosi emendamenti.