Pensioni 2016 aumenti: ecco le novità

Il 2015 non ha portato sostanziali cambiamenti per quanto riguarda il sistema previdenziale. La Legge di Stabilità ha però definito alcuni punti relativi a pensioni 2016 aumenti.

Pensioni 2016: non si dovrà restituire nulla

Per i prossimi mesi non è prevista la restituzione dello 0,1% di rivalutazione, valore legato al saldo tra l’inflazione effettiva del 2015 e le stime del 2016. Questa misura per i pensionati, ufficializzata dall’ultima Legge di Stabilità, è legata anche alla mancanza di pensioni 2016 aumenti, dal momento che i trattamenti previdenziali non saranno oggetto di rivalutazione.

Pensioni: gli effetti della Legge 109/2015

Parlare di pensioni 2016 aumenti in questi giorni significa ricordare gli effetti della Legge 109/2015, il provvedimento tramite il quale il Governo ha recepito la sentenza della Consulta che ha stabilito l’incostituzionalità del congelamento dei trattamenti pensionistici su effetto della Legge Monti-Fornero.

L’applicazione della Legge 65/2015 prevede l’applicazione d’incrementi specifici ai trattamenti tre volte superiori al minimo Inps (500€).

Tutti i dettagli tecnici relativi agli aumenti e alla perequazione sono contenuti nella circolare 210/2015 dell’Inps, diffusa il 31 dicembre e contenente tutte le tabelle degli importi.

Pensioni: come potrebbero cambiare le cose

La situazione relativa a pensioni 2016 aumenti, dovuta a una stagnazione economica generale e non ai provvedimenti degli anni passati, è senza dubbio un’amara sorpresa per tutti i titolari di un trattamento pensionistico, che si trovano ad affrontare una situazione che potrebbe cambiare in meglio nei prossimi mesi.

Per quale motivo? Per il semplice fatto che il mancato aumento può essere considerato come un valore provvisorio, in quanto le previsioni d’inflazione sono state fatte sui primi 9 mesi del 2015 e non è escluso che la situazione cambi ora della fine dell’anno solare.

Pensioni 2016 aumenti: sospeso il conguaglio negativo

La situazione relativa a pensioni 2016 aumenti ha decretato lo scontento di tantissimi titolari di trattamenti pensionistici anche di natura assistenziale.

La mancanza di aumenti è però un effetto meno grave di quanto ci si poteva aspettare. Perché? Perché la Legge di Stabilità, come già ricordato, ha formalizzato il rinvio al 2017 del conguaglio negativo previsto dall’accumulo del debito, che prevede un prelievo una tantum.

Ricordiamo che gli unici trattamenti interessati da un aumento sono quelli interessati dalla legge 65/2015, compresi tra le tre e sei volte il trattamento minimo Inps.

I titolari dei suddetti trattamenti pensionistici, interessati dal blocco delle rivalutazioni negli anni 2012 e 2013, hanno già ricevuto ad agosto un primo e contenuto rimborso. Per il 2016, alla perequazione decretata dalla sentenza della Consulta, è stata aggiunta una rivalutazione corrispondente al 50% di quella che sarebbe stata applicata nel biennio 2012/2013.

Tale valore sarà pari al 40% per i trattamenti di 4 volte superiore al minimo Inps, al 20% per quelli pari a 5 volte il minimo Inps e al 10% per quelli superiori di 6 volte.

 

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