Il tema della pensione con il prestito è al centro dell’attenzione in queste ultime settimane, durante le quali si stanno definendo le caratteristiche del nuovo assetto previdenziale, che ha l’ambizioso obiettivo di superare le criticità della Riforma Fornero.
Ape: le linee principali
La pensione con il prestito è uno degli aspetti strutturali del sistema Ape, il progetto di uscita anticipata dal lavoro messo a punto dal Governo Renzi. La flessibilità in uscita, al centro delle richieste di lavoratori e sindacati, dovrebbe essere introdotta ufficialmente con la Legge di Stabilità 2017.
Per quanto riguarda le linee dell’Ape è bene ricordare che prevedono una concretizzazione tramite la concessione di un prestito, erogato alla fonte dalle banche ma pagato dall’Inps. In questo modo il lavoratore ha la possibilità di uscire prima dall’attività lavorativa, restituendo poi la cifra ricevuta una volta maturato il diritto alla pensione di vecchiaia.
Il rimborso del prestito pensionistico avviene tramite la decurtazione di una parte dell’assegno pensionistico.
Prestito pensionistico: le polemiche
Le linee dell’Ape relative alla pensione con il prestito sono state oggetto di numerose polemiche, riguardanti soprattutto il fatto che, tramite questo sistema, i pensionati risulterebbero legati per tempi anche superiori ai 20 anni agli istituti di credito.
Questi tempi di rimborso lunghi sono una diretta conseguenza della volontà di mantenere bassi gli interessi sulle rate.
Prestito pensione: quali garanzie per le banche
Discutere di pensione con il prestito e di Ape significa necessariamente chiamare in causa le garanzie per gli istituti di credito che prestano soldi ai pensionati che usufruiscono della flessibilità in uscita.
A tal proposito è bene ricordare che Tommaso Nannicini ha sottolineato nel corso di un’intervista al quotidiano La Stampa l’effettiva mancanza di garanzie, una situazione che rende il prestito pensionistico un prodotto meno sicuro rispetto a quelli tradizionali.
Per questo motivo sono state messe a punto delle soluzioni utili in caso di imprevisti, come per esempio il decesso del pensionato titolare del prestito. In questi casi le rate del prestito vengono rimborsate da un’assicurazione.
Prestito pensionistico Ape: le tutele per i redditi più bassi
La possibilità di pensione con il prestito riguarderà sia i dipendenti pubblici sia quelli privati. Per avere le idee chiare sulle novità che potrebbe portare l’Ape è bene specificare che il Governo ha pensato anche a delle misure di tutela per i soggetti che percepiscono redditi bassi.
In questi casi lo Stato si fa carico del pagamento di parte delle rate e della quota capitale del prestito. La restituzione di queste somme al pensionato che ha usufruito del prestito avviene tramite detrazione fiscale. Chi percepisce redditi alti dovrà invece rimborsare totalmente la quota capitale e gli interessi del prestito pensionistico.
Concludiamo specificando che, secondo i primi calcoli, la penalizzazione potrebbe superare l’8%