La questione penalizzazioni pensioni è senza dubbio una delle più importanti quando si parla di futuro previdenziale e di flessibilità in uscita. Ecco quali potrebbero essere gli scenari dei prossimi mesi.
Pensioni: flessibilità in uscita nella prossima Legge di Stabilità
L’interesse di chi tiene gli occhi puntati sul futuro previdenziale riguarda in particolare la flessibilità in uscita e le penalizzazioni pensioni. Dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini sono arrivati dichiarazioni chiare al proposito, con affermazioni in merito all’introduzione della flessibilità in uscita nella prossima Legge di Stabilità.
Pensioni e flessibilità in uscita: i risultati del sondaggio di Renzi su Facebook
Parlare di penalizzazioni pensioni e di flessibilità in uscita significa chiamare in causa il sondaggio lanciato qualche giorno fa da Matteo Reni ai suoi fan di Facebook. Il Presidente del Consiglio, in occasione dei due anni di attività di governo, ha chiesto ai follower informazioni sulla riforma più urgente da adottare.
Secondo le risposte degli utenti al centro dell’attenzione c’è la necessità di introdurre la flessibilità in uscita, di portare fondi al sistema pensionistico eliminando i sussidi ai politici, e di introdurre il tetto massimo dei 40 anni di contributi.
Quanto costerà la flessibilità in uscita?
Quanto costerà la flessibilità in uscita? Un recente studio di Palazzo Chigi ha tentato di rispondere a questa importantissima domanda. I risultati hanno portato in primo piano dei costi considerevoli sul breve e medio termine, corrispondenti a circa 5/7 miliardi annui per i primi tempi di applicazione.
Secondo quanto affermato sempre da Tommaso Nannicini, questo stato di cose prevede la necessità di penalizzazioni pensioni sui trattamenti di chi decide di uscire prima dell’età massima dal mondo del lavoro.
Le discussioni sulla flessibilità in uscita dovrebbero quindi trovare una definizione effettiva nella prossima Legge di Stabilità, momento in cui, secondo quanto dichiarato sempre da Nannicini, i conti pubblici consentiranno di intervenire.
Penalizzazioni pensioni: ecco come potrebbe essere lo scenario
In caso di applicazione della flessibilità in uscita, a quanto ammonterebbero le penalizzazioni pensioni? Le decurtazioni all’assegno pensionistico, in caso di ritiro dal lavoro a un’età di circa 62/63 anni, potrebbero arrivare anche all’11% della somma totale.
Le penalizzazioni pensioni sono al centro anche dell’ormai celebre proposta firmata da Cesare Damiano e da Pierpaolo Baretta.
Il disegno di flessibilità in uscita del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera prevede la possibilità di lasciare il lavoro a partire dal compimento dei 62 anni e a fronte della maturazione di almeno 35 anni di contributi.
In caso di questa scelta, le penalizzazioni applicate all’assegno pensionistico sono pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66, l’età di riferimento per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia. Questo significa che in caso di pensionamento a 62 anni si avrebbe una penalizzazione pari all’8%.