Opzione contributiva pensioni: il Governo mischia le carte in tavola
Se pensavate che nel 2011 si fosse già messa la parola “fine” all’annosa questione delle pensioni, vi sbagliavate. D’altronde la riforma Fornero delle pensioni era troppo austera per durare, oltre ad essere stata la causa di un aumento della disoccupazione giovanile.
Il Governo, dopo alcuni segnali più che favorevoli lanciati dall’Inps, sta decidendo di mettere mano alla questione. In campo c’è soprattutto l’opzione contributiva, che nel desiderio di Renzi dovrebbe essere la conditio sine qua non per accedere al pensionamento anticipato.
Calcolo pensione opzione contributiva: agli italiani rimarrà poco
La prospettiva è di individuare un sistema pensionistico molto flessibile ma anche meno dispendioso per le casse dello Stato. Insomma, una sintesi che dovrebbe permettere agli italiani di andare in pensione prima del tempo, o anche molto prima, alla luce del fatto che il loro assegno sarà nettamente inferiore rispetto all’ultimo stipendio percepito. Un’eventualità del genere è stata d’altronde giù affrontata quando è stato abbandonato il retributivo.
Dunque se l’opzione contributiva venisse implementata, cosa rimarrebbe agli italiani? Molto poco. In verità l’opzione è già attiva – sotto forma di provvedimento speciale – per le donne. L’ipotesi prevede l’estensione anche agli uomini. Si potrà andare in pensione anche a 57 anni, ma con una forte riduzione dell’assegno previdenziale. I lavoratori saranno d’accordo o vedranno tutto ciò come l’ennesimo attacco al loro stile di vita? Alla domanda dovrà rispondere con i fatti l’Esecutivo.