Mini pensioni: ecco come si sta muovendo l’esecutivo

Il quadro previdenziale è molto confuso, in quanto sono tanti i temi da approfondire e tra questi è presente il nodo delle mini pensioni.

Le suddette prestazioni, in caso di approvazione della misura, sarebbero erogate a quei contribuenti ai quali mancano tre anni alla maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Quota 41: aperture da parte dell’esecutivo

Un altro degli aspetti da tenere presenti per capire la situazione previdenziale attuale è la questione della quota 41.

I lavoratori precoci hanno recentemente incontrato Tommaso Nannicini. Il confronto, giudicato positivo dagli stessi rappresentanti dei precoci, ha visto la discussione sul rapporto tra quota 41 e mini pensioni, con rassicurazioni chiare da parte del sottosegretario a Palazzo Chigi.

Nannicini ha infatti dichiarato ai rappresentanti dei lavoratori precoci che il sistema in questione non riguarderà coloro che hanno iniziato a versare contributi prima dei 18 anni e che richiedono vari cambiamenti, in primo luogo l’applicazione effettiva della quota 41.

Secondo questo schema, ipotizzato dall’esponente PD Cesare Damiano, chi ha iniziato a lavorare da giovanissimo ha la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

APE e non solo: ecco cosa sta succedendo tra politici e parti sociali

Lo scenario previdenziale attuale sembra semplice ma non lo è affatto. Mentre si attendono novità dal Governo in merito alle mini pensioni e all’applicazione del prestito pensionistico – è molto difficile che prima della fine dell’anno si possa avere qualche informazione definitiva – si alza anche la voce dei liberi professionisti.

Secondo Andrea Bernaudo, leader del movimento Sos Partita IVA, i lavoratori dovrebbero poter scegliere liberamente a chi versare i contributi, optando per l’Inps o per realtà private. In questo modo, a suo dire, sarebbe possibile parlare di regole più uniformi.

Cesare Damiano: ecco cosa ha proposto

Per quanto riguarda invece il nodo delle mini pensioni è bene fare cenno alla proposta di Cesare Damiano. L’esponente PD, autore della Quota 100 e Presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha infatti parlato della possibilità di eliminare le penalizzazioni.

La proposta in questione è legata all’analisi dei dati recentemente presentati dal Presidenti dell’Inps Tito Boeri, che ha parlato di una generazione di 50/60enni schiacciata tra la necessità di prendersi cura dei genitori anziani e quella di far fronte al problema dei figli disoccupati anche se over 30.

Molto importante da ricordare è anche il fatto che da Cesare Damiano è arrivata la proposta di aumentare gli anni necessari per accedere alla misura, portandoli da un minimo di 3 a 4.

In questo modo, a suo dire, si riuscirebbe a dare una piccola boccata d’aria al mercato del lavoro, scongiurando quel rischio di stallo che vede i più giovani avere difficoltà a entrare nel mercato del lavoro e le generazioni più avanti con l’età non trovare modo per anticipare la ricezione della pensione.

 

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