Non sono poche le persone che, per diversi motivi, decidono di continuare a lavorare dopo la pensione. Cosa succede in questi casi? Ecco qualche informazione utile.
Lavorare in età pensionabile: quando si può fare?
Lavorare dopo la pensione è possibile sia per chi ha svolto un'attività autonoma, sia per gli ex dipendenti. L'accumulo di reddito da lavoro e della pensione - senza che questa venga ridotta - risulta concretizzabile sia per titolari di pensione di vecchiaia sia per titolari di pensione di anzianità. La situazione presenta delle differenze per i lavoratori che vanno in pensione con il sistema contributivo e che decidono di proseguire un'attività professionale. Quali sono?
Lavorare in età pensionabile: cosa succede per chi ha un trattamento pensionistico contributivo?
I lavoratori che hanno maturato i requisiti per la pensione in base all'opzione contributiva, se decidono di proseguire l'attività lavorativa e iniziano a beneficiare del trattamento pensionistico prima dei 63 anni di età, lo perdono completamente se intraprendono un percorso professionale come dipendenti. In caso di lavoro autonomo, viene perso il 50% dell'importo della pensione che eccede la minima Inps.
Per i titolari di pensione d'invalidità, la possibilità di proseguire a lavorare dopo la pensione è legata alla quantità di reddito percepito. Se tale somma eccede di tre volte l'ammontare della pensione minima Inps dall'inizio dell'anno, il soggetto perde il diritto alla pensione d'invalidità. Nel caso in cui il reddito da lavoro post pensione non ecceda tale cifra, dalla pensione d'invalidità viene trattenuta una somma pari al 50% della differenza tra l'importo lordo della prestazione lavorativa e la minima Inps.