Calcolo decorrenza pensione Inps: la questione delle finestre mobili

Calcolo decorrenza pensione vecchiaia: il momento del tanto atteso risposo

Calcolo decorrenza pensione Inps: come avviene? Quando posso andare in pensione? La Riforma Fornero ha impattato come un terremoto nel panorama previdenziale, cambiando bruscamente le carte in tavola. Secondo molti, troppo bruscamente. La legge è stata pensata, redatta e approvata in tempi record per mettere a tacere gli speculatori finanziari e, si sa, la fretta non è mai una buona consigliera.

Alcuni errori sono stati pagati carissimi dai lavoratori (vedi esodati) ma è l’impianto generale a concretizzare un netto inasprimento delle condizioni. Da un certo punto di vista, tuttavia, quello del calcolo decorrenza pensione vecchiaia, la Riforma Fornero non ha fatto sfaceli, anzi.

Per decorrenza si intende l’effettivo momento di uscita dal mondo del lavoro. E’ un concetto ben diverso da quello della maturazione dei requisiti. I due eventi, infatti, possono in linea teorica verificarsi a distanza di tempo l’uno dall’altro. Per molti anni, infatti, è stato così, nonostante la contraddizione in termini: non poter andare in pensione anche se si posseggono i termini.

Calcolo decorrenza pensione Inps: finestre mobili

È tutta una questione di finestre mobili. È questo il termine con cui erano conosciuti le forbici temporali all’interno della quale i lavoratori potevano accedere alla pensione. Il verbo è al passato (anzi, all’imperfetto) perché è stata proprio la Riforma Fornero a porre fine a questa piccola grande ingiustizia.

Fino al 2011 è capitato molto spesso che, per esempio, un lavoratore avesse maturato i termini a febbraio e fosse andato pensione il 1° gennaio dell’anno successivo, lavorando undici mesi in più del dovuto.

Il calcolo decorrenza pensione Inps è oggi più semplice da fare e, in un certo senso, arride al lavoratore. Questi, infatti, può godersi il tanto atteso assegno previdenziale a partire dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti. Insomma, si parla di qualche settimana, nella peggiore delle ipotesi.

Questo cambiamento positivo, però, è reso vano dalla stessa legge montiana, che allunga oltremisura il requisito anagrafico. Soprattutto, lo ha legato all’aspettativa di vita, non potrà quindi che andare sempre peggio.

È stato stimato che entro il 2050, si potrà smettere di lavorare solo a 70 anni compiuti. Per questi motivi, i giovani lavoratori di oggi, e anche quelli un po’ meno giovani, guardano con speranza ai tavoli delle trattative che puntano a emendare (forse profondamente) la Riforma Fornero.

Pensione Inps: cosa c’è in ballo

L’argomento più dibattito è appunto il prepensionamento. Si pensa di permettere a ciascuno di andare in pensione in modo anticipato, pur con un assegno più leggero.

L’esponente PD Cesare Damiano (presidente della Commissione Lavoro della Camera) sta spingendo per l’introduzione delle quote (100, nella peggiore delle ipotesi), che permetterebbero di andare in pensione a un’età inferiore persino ai 65, in presenza di una storia di contribuzione sufficientemente lunga

 

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