Con l’inizio del 2017 potrebbero concretizzarsi delle novità molto importanti in ambito previdenziale. La più rilevante è senza dubbio l’anticipo pensione, ossia la possibilità di uscire dal mercato del lavoro tre anni prima grazie a un prestito ventennale.
APE 2017: caratteristiche tecniche
L’anticipo pensione, in caso di approvazione della misura, verrebbe quindi concretizzato dall’APE. Come appena specificato si tratta di un prestito ventennale, che verrebbe erogato da realtà creditizie convenzionate con l’Ente.
Molto importante è ricordare che, in caso di decesso del beneficiario principale, non ci sarebbe nessuna rivalsa sui familiari superstiti.
Per quanto riguarda le modalità di rimborso è opportuno specificare che verranno attuate tramite decurtazioni sull’assegno percepito mensilmente.
Anticipo pensionistico: le soluzioni per i pensionati meno abbienti
Il nodo delle decurtazioni è uno dei più controversi. Per questo motivo a livello istituzionale sono in corso di studio misure specifiche dedicate ai pensionati meno abbienti, ai disoccupati di lungo corso, ai care givers e a chi, nel corso della sua carriera lavorativa, ha svolto mansioni particolarmente faticose.
Di cosa si tratta di preciso? Di detrazioni che, alla fine, andrebbero ad annullare l’entità delle decurtazioni, rendendo di fatto più che sostenibile il rimborso del prestito pensionistico, noto a livello mediatico con l’acronimo di APE.
Chi riguarda l’APE
Adesso possiamo entrare nel dettaglio della questione anticipo pensione parlando dei beneficiari dell’APE. In caso di approvazione delle misure di flessibilità in uscita – che verrebbe inclusa nella prossima legge di stabilità – l’APE verrebbe introdotto inizialmente con carattere sperimentale.
Inizialmente la misura riguarderebbe i nati tra il 1951 e il 1953. In caso di estensione agli anni successivi, l’anticipo pensionistico andrebbe ad abbracciare anche i lavoratori nati tra il 1954 e il 1958.
Fino ad ora abbiamo parlato di due soluzioni per la flessibilità in uscita, ossia l’APE social – dedicato alle categorie più svantaggiate – e l’APE volontario, pensato per chi sceglie intenzionalmente di uscire prima dal mercato del lavoro.
Manca da analizzare il caso dell’APE per ristrutturazione aziendale.
APE per ristrutturazione aziendale: ecco come funziona
Concludiamo questa guida dedicata all’anticipo pensione spiegando qualcosa sull’APE per ristrutturazione aziendale.
Come è chiaro dalla definizione stessa, i beneficiari sono quei lavoratori che risultano coinvolti in processi di ristrutturazione aziendale. La misura può essere richiesta a partire dal 63° anno di età, a patto di avere alle spalle almeno 20 anni di contribuzione effettiva.
L’APE per ristrutturazione aziendale prevede che il prestito ventennale venga rimborsato con detrazioni pari al 3% per ogni anno di anticipo. Parte del suddetto costo risulta a carico dell’azienda.
Questi dati aiutano a inquadrare un piano diverso rispetto ad altri progetti di flessibilità in uscita, come per esempio la proposta di Legge Damiano – Baretta, che prevede una decurtazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66, limite previsto dalla riforma Fornero per il collocamento in pensione.