Pensioni 2016 rivalutazione: gli aumenti stabiliti dal dl 65/2015

Pensioni 2016 rivalutazione: le diposizioni del decreto legge 65/2015

Un aumento di pochi euro al mese. È questo il risultato della rivalutazione delle pensioni che da gennaio 2016 interesserà oltre 3 milioni di pensionati. In seguito alla sentenza della Corte costituzionale 70/2015, che ha definito incostituzionale il blocco delle perequazioni delle pensioni per il biennio 2012-2013, il Governo ha emanato il dl 65/2015.

Decreto che prevede una nuova mini rivalutazione degli assegni che sono stati coinvolti nel blocco della riforma Fornero. Il rimborso spetta a tutti i titolari di assegni compresi tra 3 e 6 volte il trattamento minimo Inps 2011, ovvero le pensioni tra i 1405 euro e i 2810 euro lordi.

Pensioni 2016 rivalutazione: cosa cambia da gennaio 2016

A godere della rivalutazione quindi saranno i soggetti che ad agosto hanno ricevuto il bonus di 500 euro a compensazione della mancata perequazione per il biennio 2012-2013. La rivalutazione riconosciuta dal dl 65/2015 per il biennio 2012-2013 è stata pari al 40% per le pensioni comprese entro 4 volte il minimo Inps e al 20% per quelle compresi tra 4 e 5 volte.

Per i titolari dei trattamenti compresi tra 5 e 6 volte il minimo, la perequazione è stata del 10%. Nulla invece è stato attribuito a chi riceve pensioni superiori a 6 volte il trattamento minimo Inps.

Il 20% dell’aumento è stato poi trasportato nell’assegno pensionistico per il biennio 2014-2015. Mentre a partire 2016 l’effetto trascinamento arriverà al 50%. Ma come si traducono questi dati in termini economici? Cosa cambia per le pensioni 2016 rivalutazione?

In altre parole, dal 1° gennaio chi nel 2011 percepiva un assegno di 1500 euro, prenderà 17,40 euro in più al mese. Cifra che sale a circa 21 euro per gli assegni che si aggirano intorno ai 1800 euro lordi (sempre nel 2011).

Tuttavia gli importi corrisposti si riducono al crescere dell’assegno pensionistico. Si scende intorno ai 10 euro al mese per le pensioni comprese tra 1900 e 2400 euro lordi, e si arriva a 7-8 euro per gli assegni superiori a 2400 euro al mese. Va tuttavia precisato che, essendo legati alla ricostituzione del meccanismo di perequazione, questi importi sono calcolati al netto dell’inflazione.

Perequazione pensioni 2016: a chi non spetta

Pensioni 2016 rivalutazione: chi viene lasciato fuori? Nessun rimborso per quanti nel 2011 o nel 2012 percepivano assegni pensionistici con importi inferiori rispettivamente a 1405 euro e 1443 euro (meno di 3 volte il trattamento minimo Inps). A differenza di quanto si potrebbe pensare, infatti, queste classi di assegno non hanno subito alcun danno dalla legge Fornero, poiché sono state pienamente indicizzate all’inflazione nel biennio 2012-2013.

Esclusi anche i soggetti che in quegli anni ricevevano una pensione superiore a 2810 euro (2011) o 2886 euro (2012), cioè superiore a 6 volte il trattamento minimo Inps. Fuori dal perimetro di restituzione infine tutti i pensionati che sono andati in congedo dal 1° gennaio 2013 in poi, per i quali l’assegno è stato rivalutato a partire da gennaio 2014.

 

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